
La vendetta dei Bit
Secondo una analisi dell’Osservatorio SDA Bocconi sulla Digital Transformation delle PMI italiane, presentata a SMAU Milano, gli ultimi dati hanno classificato le pmi secondo un tasso medio (digital transformation index) di 4,29 (su una scala da 1 a 7). Scomponendolo, risulta un livello più alto (4.9) di consapevolezza dell’importanza del digitale, uno più basso (3,9) di readiness e (3,5) di adozione del digitale. La velocità nell’adozione delle innovazioni, sarà il fenomeno che connoterà l’impresa del futuro (e già del presente). Se osserviamo la gaussiana degli ultimi 30-40 anni è facile notare come le aziende si siano concentrate soprattutto sulla crescita, facendo spesso acquisizioni e fusioni. L’obiettivo era semplice: diventare sempre più grandi. Ma l’economia globale, lo abbiamo toccato con mano, sta andando verso il suo declino, ed è proprio quando ci si trova ad affrontare una crisi che diventa necessario un cambio di marcia. Nelle imprese oggi si stanno facendo strada i 30enni, prontissimi a rivestire posizioni manageriali. Stiamo parlando di quella Bit Generation, nata negli anni ’80, che si porterà dietro tutto quel bagaglio di conoscenze, abitudini e “applicazioni” con cui è abituata a convivere. Ci troviamo di fronte a ragazzi e ragazze che sono nati e cresciuti giocando con i bit. Con questi ragazzi bisognerà fare i conti. Soprattutto dovremo farli con la loro fame di velocità, e ancora di più con quella di chi verrà dopo di loro. Per questo le imprese che vorranno essere competitive nei prossimi anni dovranno investire nelle innovazioni. Vivremo, e viviamo già, nell’era dell’on-demand e del just in time perenne, per questo motivo tutto sarà sempre più veloce, per annullare le attese, le code, i tempi morti. La nuova sfida, quella su cui si dovranno confrontare le imprese, non sarà diventare più grandi dei competitor ma più veloci. Agli inizi del secolo scorso c’è stata l’ottimizzazione, nella seconda metà la dimensione, ora l’innovazione tecnologica! Sarà questo il fattore critico di successo, quello che determinerà la differenza fra chi vince e chi perde la competizione dei prossimi 10 anni. Bisogna cominciare subito, conquistare la pole position è il primo passo per iniziare ad essere veloci!
La minaccia fantasma
Cosa frena dunque le pmi italiane? La metà degli imprenditori indica l’entità degli investimenti necessari, seguito dalla percezione di un elevato rischio e dalla scarsa familiarità con le tecnologie digitali. Ogni organizzazione, organica e non, ha i suoi fantasmi. Non esattamente spettri urlanti, ma quel particolare tipo di ectoplasma comportamentale che resta aggrappato alle aziende. Gli spettri dei successi del passato perseguitano il board e spaventano gli investitori, mentre il personale, impegnato nel raggiungere nuovi obiettivi, deve guadare questa sorta di melma psichiatrica per arrivarci. Strutture e abitudini sono particolarmente persistenti nelle società consolidate, ma anche i gruppi più recenti hanno bisogno degli “acchiappafantasmi“. Un altro ostacolo risiede nel fatto che il ruolo di timonieri del cambiamento dovrebbe essere affidato ai leader delle organizzazioni, che erano però spesso i “campioni” del tipo di comportamento che adesso dovrebbero abbandonare. «Stiamo chiedendo loro di cambiare le cose che li hanno portati fino a lì», afferma Jonathan Trevor, della Saïd Business School di Oxford. “Le abitudini diventano istituzionalizzate: un insieme di routine, procedure e regole che ci definiscono e ci danno identità. Ognuno difende la propria identità” ha scritto Sir Anthony Salz nel suo report, ormai del 2013, sul perché le pratiche commerciali di Barclays crearono grossi problemi all’impresa.
Il risveglio della forza
“Don’t worry, be happy!” Bertold Brecht amava dire che lavorava duro per preparare il suo prossimo errore. Il grande drammaturgo tedesco sapeva bene come spesso uno sbaglio fosse la premessa necessaria a un successo. Sbagliando si innova! Uno dei tratti distintivi della nostra epoca è la demonizzazione dell’insuccesso. Non si può sbagliare, eppure incappare in un errore è, prima o poi, inevitabile. Come reagire allora? Imparando a vedere nell’errore un’opportunità, una straordinaria forma di apprendimento. Spesso ci lasciamo imprigionare dalla routine che, nella vita professionale o personale, fa procedere tutto senza sorprese. Difficilmente ci fermiamo per valutare se quello che facciamo è fatto nel modo migliore, se ci sono margini di crescita, se la strategia che abbiamo impostato è ancora valida anche se magari è passato del tempo da quando l’abbiamo messa a punto. Ci accorgiamo tardi che è da tempo che non cogliamo opportunità che, invece, erano a portata di mano. Un’azienda in grado di trasformare un errore in un momento di autoanalisi e di crescita pone solide basi per i successi futuri! Per quanto invece concerne la sfera economica, ci sono notizie ancora migliori! Proprio in questi giorni è stato firmato il decreto attuativo per l’erogazione di voucher di 10.000€ a favore della digitalizzazione delle pmi. Il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Economia e delle Finanze mettono a disposizione delle micro, piccole e medie imprese una somma totale di 100.000.000€ per l’acquisto di software, hardware e servizi. Le spese dovranno riguardare: il miglioramento dell’efficienza aziendale, la modernizzazione dell’organizzazione del lavoro, l’e-commerce, la banda larga e ultralarga, la connessione internet, la formazione qualificata del personale nel campo dell’ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione). A breve, un apposito provvedimento fisserà i termini per la presentazione delle domande. (maggiori info su https://www.voucher-digitalizzazione.it/)
Una nuova speranza
Perché investire nel marketing 2.0? Il web lavora anche mentre tu dormi! Dalle piccole alle grandi organizzazioni, Internet offre una copertura globale 365 giorni all’anno, non limitandosi a una fascia oraria specifica né rivolgendosi a un pubblico circoscritto nello spazio e nel tempo. Non lavora l’azienda, lavora il consumatore. La possibilità di vendita è attiva 24 ore al giorno. Profitti possono essere conseguiti mentre dormi, potenzialmente in tutte le zone del globo. Avvicinati ai tuoi clienti! Le tecnologie di analisi 2.0 permette di monitorare qualitativamente e quantitativamente i navigatori. L’identificazione precisa dei consumatori in target comporta un enorme miglioramento della comunicazione del brand. Incrementi vendite e margini! Internet consente di vendere di più perché lavora su numeri estremamente più elevati rispetto ai mercati off-line. Promuovere i prodotti e venderli su Internet è meno costoso dell’off-line ed integra efficacemente le vendite. I risultati dell’attività promozionale tramite e-commerce sono quantificabili in maniera precisa ed il ROI è misurabile in maniera decisamente più puntuale. La domanda diventa quindi, perché no?